Parlando di fonti energetiche, molto spesso si dimentica un aspetto importante: l'abuso che noi ne facciamo.
Dario P. interviene nel dibattito esponendo la sua opinione in maniera molto equilibrata e ponendoci un interrogativo molto interessante e forse imbarazzante: perchè non impariamo a consumare di meno?
Ciao ragazzi.
Dopo quello che è successo in Giappone, molti si chiederanno se sia opportuno installare delle centrali nucleari in Italia. Anche i governi, in molte nazioni che già hanno adottato il nucleare, si stanno ponendo il quesito: le nostre centrali sono sicure o no? Vediamolo insieme. In Germania il capo dello stato Angela Merkel ha deciso di annullare la proroga per allungare la vita di alcune centrali costruite prima degli anni ’80 che verranno, invece, completamente smantellate. In Svizzera e in Austria l’Ufficio Federale per l’Energia ha sospeso il programma nucleare per rivederne le condizioni di sicurezza; anche la Francia, patria della (per dirlo alla francese) grandeur nucleare, si sta interrogando sulla sicurezza dei propri impianti. E in Italia, nonostante il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo abbia detto che l’Italia andrà avanti con il programma nucleare, è stata approvata, il 23 marzo, una moratoria di un anno.
Troppe persone hanno però le idee confuse su Fukushima: non sanno bene qual è il reattore giapponese più a rischio (che poi è il terzo perchè conteneva plutonio, a differenza dei reattori 1 e 2), non sanno di preciso quali sono i danni che il nucleare può provocare, anche perché l’opinione pubblica si lascia facilmente influenzare e prendere dal panico, a volte anche giustificato, ma non sempre motivato. Allora facciamo un po’ di chiarezza: la centrale di Fukushima era del 1971, di seconda generazione, e sarebbe dovuta andare in pensione nel febbraio di quest’anno, era stata progettata per resistere al terremoto e allo tsunami. Ora, al terremoto la centrale ha retto, ma l’onda dello tsunami era superiore ai 6,5 metri, altezza massima che poteva sopportare; per questo la centrale ha collassato e, in seguito all’accumulo d’idrogeno, sono scoppiati i reattori.
Adesso, però, le centrali sono di terza generazione, con standard di sicurezza molto più elevati del passato. Non dimentichiamo che la crescita del consumo delle energie ottenute da combustibili fossili (carbone, gas e petrolio) ha creato non pochi problemi all’umanità, dall’ inquinamento al surriscaldamento, oltre alle difficili relazioni con i paesi produttori di petrolio (basti pensare alla Libia). Inoltre, nemmeno tali fonti sono del tutto esenti dal rischio di incidenti, ad esempio nel 1962 andò a fuoco una miniera di carbone in Pennsylvania, producendo emissioni di gas tossici e voragini nel terreno. Il nostro Paese deve, purtroppo, importare petrolio, carbone, metano ed anche l’uranio, per questo, piuttosto che aumentare le importazioni, sarebbe meglio risparmiare energia e, soprattutto, usarla in modo più efficiente.
Le fonti rinnovabili sono un settore in crescita e sono favorevole al fatto che l’Italia debba investire anche in energie alternative, che, tuttavia, non potranno coprire l’intero fabbisogno energetico italiano perché ci vorrebbe una superficie pari a metà Italia circa su cui installare impianti eolici e fotovoltaici. Dove la troviamo un’area cosi vasta? E il famigerato impatto ambientale? Forse ha ragione la Commissione Europea che obbliga a ridurre i consumi energetici del 20 per cento entro il 2020.
Bravo, Dario! Come sempre hai espresso in modo originale e personalizzato il tuo pensiero.Complimenti!
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